Isolitudini by Massimo Onofri

Isolitudini by Massimo Onofri

autore:Massimo Onofri [Onofri, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2019-07-28T16:00:00+00:00


98 BIS. Che per il Nobel José Saramago – il primo e per ora unico portoghese della storia del premio – l’idea di isola rappresenti, e in un senso davvero profondo, un miraggio consolante, un invito utopico, e, insieme, l’effetto d’un trauma, è di certo testimoniato, logicamente e cronologicamente, prima ancora che dal Racconto dell’isola sconosciuta, dall’incredibile romanzo intitolato La zattera di pietra (1986). Un’enorme zattera di pietra: e cioè l’intera penisola iberica che, per motivi che s’ignorano, a causa d’una improvvisa e violentissima frattura all’altezza dei Pirenei orientali, si disancora dalla Francia, così separandosi dal continente europeo. Portoghesi e spagnoli, in perpetua diffidenza reciproca, ora galleggianti in mezzo all’oceano, son costretti a una nuova e prodigiosa convivenza. Ma dove si dirigerà, dopo aver rischiato una collisione con le Azzorre, questo gigantesco scialuppone che si chiama ormai Hispania? In direzione dell’Africa cui approdarono, feroci e sprezzanti, i primi schiavisti o verso quelle Americhe che le furono figlie, per trasformarsi, poi, in irriconoscenti figliastre? Inutile dire che su questo romanzo nato dalla sfrenata fantasia di Saramago gravi, talvolta, un limite d’eccessivo allegorismo. Bisognerà aggiungere, però, che a fungere da protagonisti sono cinque personaggi normali – tre uomini e due donne –, inizialmente tra loro sconosciuti, ma che, sempre più attratti gli uni dagli altri, finiranno per cercarsi e incontrarsi, accomunati come sono da certi fatti prodigiosi che li hanno coinvolti. A far loro da guida – non per caso, aggiungerò – un cane dalle mille virtù, per un viaggio che li porterà dalle coste del Portogallo al centro della Spagna.

99. È a tutti noto che nel 1993, dopo le polemiche suscitate in Portogallo dal suo Vangelo secondo Gesù Cristo (1991), l’ateo e comunista José Saramago si trasferì a Lanzarote, un’isola delle Canarie non lontana dal Marocco meridionale – dove poi è morto il 18 giugno 2010 –, così chiamata in onore di Lanzarotto Malocello, il navigatore che nel 1312 la scoprì e la tenne per qualche tempo come suo possesso personale. Isola di straordinario fascino Lanzarote, coi suoi centoquarantamila abitanti: il paesaggio vulcanico del Parco nazionale Timanfaya, le grotte di Jameos del Agua e di Cueva de los Verdes, il Charco de los Clicos, un lago d’acqua salata color verde smeraldo su cui incombe una spiaggia di incredibili ciottoli neri. Su quest’isola, per cinque anni, e cioè dal 1993 al 1997, Saramago ha tenuto un diario, in cui parla di tutto e nel modo più divagante, per restituirci una quotidianità ove campeggia l’amatissima moglie Pilar, intitolato appunto Quaderni di Lanzarote, in Italia pubblicati proprio nell’anno della sua morte. Toccanti e bellissime le pagine dedicate ai suoi cani, come quella datata 21 maggio 1994. Pepe che raspa con le unghie sulla portafinestra che dà sulla terrazza. Pepe che entra “sparato come una scheggia, attirato dagli odori di cibo” che provengono dalla cucina. Pepe che all’improvviso si blocca, si gira e guarda lo scrittore col “musetto appena alzato”, per poi proseguire, ma molto lentamente, verso la sua meta: “Non è successo niente altro



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